Sulla trota ho scoperto, partendo dall'etimologia della parola stessa, che può essere sia un pesce di mare che d'acqua dolce. Il suo spirito di adattamento a diversi climi e ambienti ha portato ad avere una grande diffusione a livello geografico creando non poco scompiglio nella fase di catalogazione delle specie, questione risolta (forse) solo recentemente grazie a studi di tassonomia molecolare.
Probabilmente grazie alla sua diffusione a livello mondiale è possibile ritrovarla in diversi miti e leggende popolari, ma anche in rappresentazioni artistiche che ci permettono di viaggiare nel tempo e nello spazio, fotografando abitudini alimentari e stili di vita di epoche più vicine o lontane a noi.
Un alimento che riesce, quindi, a unire geograficamente diverse parti del mondo scegliendo come corsia preferenziale la cucina: ricette che percorrono da Nord a Sud il nostro Paese e arrivano fino a paesi lontani a noi come la Cina.
I suoi valori nutrizionali la rendono un cibo adatto a tutti e reperibile in diverse forme di conservazione grazie a diversi processi di lavorazione industriali che la trota subisce.
La parte più divertente di questo percorso è stata, a mio avviso, la ricerca dei sei gradi di separazione tra il mestolo e la trota; allo stesso tempo è racchiuso in questo post gran parte del senso della ricerca poiché dimostra come sia possibile trovare un filo che leghi due o più oggetti appartenenti a mondi diversi documentandosi su ambiti apparentemente insoliti o lontani dal pensiero comune, anche attraverso i film o la musica.
È stata una ricerca che mi ha di certo aperto la mente verso nuovi campi di ricerca e mi ha insegnato a non dare nulla per scontato... un po' come ritornare bambina e osservare con occhi nuovi ciò che mi circonda con rinnovata curiosità!